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[LA LINA DI HARARI]

Conosciamo Guido Harari attraverso il ritratto della regista Lina Wertmuller. Il fotografo l’ha interpretata nuda in una vasca da bagno, con sul volto i soliti occhiali bianchi. L’immagine vive di una sua forza, dovuta a un contesto curato e coerente, quasi d’altri tempi. E’ la curiosità a guidarci nella complessità dello scatto, com’è già successo per i ritratti di Fabrizio De André e Patti Smith (quest’ultima senza anfibi, in una dimora decadente).

[RICORDANDO FABRIZIO DE ANDRÉ]

Lo sguardo abbassato, i capelli da ragazzo, l’immancabile sigaretta: lo immaginiamo ancora così, a più di vent’anni di distanza dalla sua scomparsa. Le sue canzoni hanno sempre manifestato un lato intimo, misterioso, da comprendere esplorando. Ne uscivano figure allegoriche, tratteggiate però con cura; uomini e donne di un tempo che è stato: lassù, altrove, forse su una collina gemella a quella di Lee Master, dove lui ha fatto visita, da interprete e cantastorie.