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GLI WHO PUBBLICANO TOMMY

«Guardami. Sentimi. Toccami. Guariscimi», sono le parole dal brano Listening To You Tommy. Tutto ha inizio il 23 maggio del 1969, con l’uscita di quella che è universalmente riconosciuta come la prima “Opera” della storia del rock: l’album Tommy. Si tratta della storia di un ragazzo che, per colpa di un terribile trauma, si ritrova sordo, muto e cieco, ma alla fine, grazie a un’abilità “da extraterrestre” nel giocare a flipper, riesce a guarire.
Ancora oggi, il disco continua a essere percepito come maestoso musicalmente, un’opera che trae spunto dai mali del tempo, i soliti si potrebbe dire: dalla società consumistica ai traumi infantili.

Nel 1975 Tommy diventa un film, diretto da Ken Russell. Nel cast sono presenti attori e cantanti, tra i quali gli stessi Who, Jack Nicholson, Elton John, Tina Turner, Eric Clapton e Robert Powell.
Venne presentato fuori concorso al 28º Festival di Cannes ed ottenne due nomination agli Oscar per la colonna sonora e come miglior attrice (Ann Margret).

La trama narra la storia di un bambino, appunto Tommy, che assiste all’uccisione dal padre, pilota della RAF. Questo evento lo rende autistico. Dopo gli inutili tentativi di cura operati dalla madre e dal patrigno, un giorno Tommy scopre i flipper e di questo gioco diventerà un campione, acquisendo fama e ricchezza. Un giorno la madre, stanca delle cure a cui si sottopone il figlio, distrugge, in un atto di disperazione, lo specchio nel quale lui si riflette quando non gioca a flipper. Questo porta a una svolta: Tommy riprende il contatto con la realtà e addirittura crede di essere un nuovo messia e quindi fonda una sua setta. Questa esperienza fallisce drammaticamente e, in seguito ad alcune peripezie, Tommy scalerà una montagna per raggiungere quella che sarà la sua vera libertà.

Era il 1975 anche per chi scrive, che ricorda con nostalgia il Cinema Rialto, ricolmo della gioventù del tempo, quella di una Bologna bellissima. In molti cantavano sottovoce, soprattutto sulle note di “Pinball Wizard”, interpretate da Elton John. Altri tempi, perché probabilmente oggi la pellicola risulterebbe improponibile. Non importa: «See Me, Feel Me, Touch Me, Heal Me». Qualcosa rimane.

Le scelte fotografiche

Circa le fotografie, non potevamo dimenticare l’immagine dell’album Tommy. Ci siamo poi rivolti ad Art Kane, con la locandina della mostra datata 2012: “Art Kane, Pictures from a Visionary Photographe”, che ritrae appunto gli Who. L’esposizione era Un progetto esclusivo di Wall Of Sound Gallery che, sotto la supervisione di Holly Anderson Kane, moglie del figlio di Art Kane, Jonathan, ha restaurato un'ampia selezione di diapositive originali e stampato per la prima volta edizioni fine art delle storiche immagini di Kane.

Il fotografo Art Kane, note biografiche

Art Kane nasce il 9 aprile 1925 a New York. E’ stato uno dei fotografi più influenti del ventesimo secolo. Audace visionario, il lavoro di Kane comprende moda, editoriali, ritratti di celebrità, viaggi e nudo, il tutto visitato con un occhio implacabile e innovativo. Come i suoi contemporanei, Guy Bourdin (1928 - 1991) e Helmut Newton (1924 - 2004), Kane gravitava verso i colori forti, l'erotismo e l'umorismo surreale.

Di quella manciata di fotografi d'élite del dopoguerra, Art Kane era il bambino selvaggio: inflessibile, intransigente e privo di sentimentalismi. Pioniere di numerosi concetti della fotografia moderna, Kane era interessato solo a ciò che sarebbe potuto accadere dopo, a come evolversi, cambiare, farlo meglio e ad accettare niente di meno che la genialità.

Dopo essersi laureato con lode alla Cooper Union nel 1950, Kane ha progettato layout di pagina presso Esquire e all'età di 27 anni è stato nominato direttore artistico di Seventeen, il più giovane direttore artistico di un'importante rivista di New York City. Nel 1956 studiò con Alexey Brodovitch alla New School, dove sarebbero passati Richard Avedon, Irving Penn e Diane Arbus.

Trent’anni prima di Photoshop e dell’imaging digitale, dotato solo di un tavolo luminoso e una lente di ingrandimento, Kane ha inventato l’immagine “a sandwich”; due, quattro e più lucidi stratificati, invertiti, abbinati a libro, accuratamente allineati e fissati insieme ai bordi.
Perfezionando questa tecnica, Kane è stato il pioniere della narrazione fotografica investendo le sue immagini con metafora e poesia, trasformando di fatto la fotografia in illustrazione.

Art Kane è il leggendario fotografo che alle 10 di un mattino d'agosto del 1958 immortalò per la rivista "Esquire" ben 57 leggende del jazz su un marciapiede della 126ma strada, ad Harlem, ignaro di aver creato l'immagine più significativa della storia del jazz, universalmente nota come "Harlem 1958". Una fotografia che gli è valsa la medaglia d'oro dell'Art Directors Club di New York e così potente da ispirare un libro, un documentario del 1994 che ottenne la nomination all'Oscar ("A Great Day in Harlem"), e più di recente un film di Spielberg, "The Terminal" (2004), con Tom Hanks.

L'obiettivo di Kane si è posato poi altre volte sui grandi della musica, di ogni musica, dai Rolling Stones a Bob Dylan, ai Doors, a Janis Joplin, ai Jefferson Airplane, e ancora Frank Zappa, i Cream, Sonny & Cher, Aretha Franklin, Louis Armstrong, Lester Young, creando una serie infinita di icone, come, una su tutte, quella memorabile degli Who avvolti nella bandiera britannica. Ma Kane è stato molto di più: uno dei veri maestri della fotografia del XX secolo, le cui immagini visionarie hanno influito sulla coscienza sociale di più di una generazione e lasciato un segno sulla cultura mondiale. Immagini che oggi sono nelle collezioni permanenti del Museum of Modern Art e del Metropolitan Museum of Art.
Nel corso della sua vita Kane è stato premiato da quasi tutte le organizzazioni di photo design negli Stati Uniti. Nel 1984 Kane ha ricevuto il premio alla carriera dall'American Society of Magazine Photographers e premi dall'AlGA, Society of Typographic Arts e Communication Arts Magazine e premi dai club di direttori artistici di Filadelfia, San Francisco, Chicago e Detroit. I contributi di Art Kane al mezzo fotografico continuano oggi a risuonare in tutto il settore. Il suo lavoro rimane ineguagliabile.

Art Kane muore il 3 febbraio 1995 a New York

(Fonte: sito ufficiale dell’autore)

Franco Fontana ha detto di lui

«Art Kane è stato un mio idolo - ricorda Franco Fontana - quasi un miraggio per me che lo ammiravo da lontano. Poi l'ho conosciuto nel '77 ad Arles e siamo diventati fratelli di 'colore' legati da un rapporto indimenticabile di amicizia e di intimità. Era un uomo geniale, di grande intelligenza e creatività. Animato dal mito impossibile di un'eterna giovinezza e di una continua rinascita, mordeva la vita fino in fondo: voleva addirittura ricavarne un musical. Girava per New York in Velosolex e una sera mi portò al mitico Studio 54, arrivando vestito di tutto punto da cowboy. Adorava le donne e le fotografava con una sensibilità e un erotismo in cui mi ritrovavo appieno. Amava l'Italia dov'era venuto più volte, anche per dei workshop organizzati da me.
Ipercritico con gli studenti, li strigliava senza pietà, provocandoli e incoraggiandoli a scavare sempre in profondità nel loro subconscio».

Le fotografie

Copertina dell’album Tommy
The Who fotografati da Art Kane

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