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[IRVING PENN, CONOSCIAMOLO MEGLIO]

Il 16 giugno 1917 nasce Irving Penn. Ce ne occupiamo ogni anno, sempre con modalità diverse. Del reso, ci rendiamo conto come sia difficile “conoscere meglio” Irving Penn, perché non è facile afferrarne lo stile, lo sguardo fotografico, lo stesso pensiero. Le sue immagini procurano piacere, stupore, meraviglia; forse anche commozione; ma non si riesce ad andare oltre, se non descrivendo ciò che si vede. Cercheremo di farlo anche oggi.

Chi era Irving Penn

Lui è conosciuto per le sue fotografie di moda, ritratto e still life, che hanno condizionato il modo d’intendere lo stile nel tempo che gli appartiene. Nel 1943 scatterà la prima Copertina di Vogue. Da quel momento passeranno davanti a lui tutte le più importanti celebrità – attori, artisti, personaggi dello spettacolo e della cultura – e i suoi scatti modificheranno addirittura l’immagine della rivista, ma avranno un impatto importante sull’intera fotografia di moda e di ritratto, condivisibile ancora oggi. Tutto ciò lo si deve, forse, alla sua semplicità d’animo. Penn rimarrà sempre lontano dalla celebrità, con la quale prenderà più volte le distanze; qualità quest’ultima che gli permetterà di non essere definito unicamente come un fotografo di moda. Qualsiasi soggetto lui avesse ingaggiato, il risultato sarebbe stato il medesimo: un’impostazione minimale, sommata a un’attenzione spiccata per i dettagli.

La ricerca personale

Come tutti i grandi, anche Penn fugge dal mondo che lo consacra. Porta avanti negli anni delle ricerche personali in ambiti lontani rispetto alla società moderna che vive commercialmente. Ecco quindi la documentazione di persone e comunità che vivono al di là dei margini consueti per lui. I viaggi intrapresi per Vogue costituiscono un’opportunità. Penn può realizzare degli shooting estemporanei della gente comune, quella che incontra per strada. Ne nascono ritratti anonimi, ottenuti all’interno del suo studio portatile, davanti allo stesso sfondo neutro che ha sempre caratterizzato le sue fotografie di moda. I soggetti mostrano una forte presenza scenica, indossano gli indumenti usuali e portano con sé gli strumenti che compongono il loro lavoro. Vivono comunque in un mondo a parte: si esaltano perché risultano estraniati rispetto alla vita quotidiana.

Irving Penn e i ritratti

Durante la collaborazione con Vogue, Penn ha ritratto numerose celebrità: artisti, scrittori e altre personalità rilevanti del tempo. Possiamo dire che ci ha consegnato uno spaccato della storia culturale del ventesimo secolo. Durante la prima campagna, vasta per portata, ha allestito ambientazioni insolite, dove i soggetti erano inseriti dentro un angolo stretto, formato da due pareti (Penn’s Corner). In altre occasioni, i personaggi si sarebbero seduti su un basamento coperto da un tappeto certo non ben conservato. Quest’atteggiamento indica il desiderio di Penn nel creare una frattura di spazio e tempo con la realtà. La persona ritratta si sarebbe trovata isolata, sola; ma libera di manifestarsi in una circostanza insolita, forse anche fastidiosa. Il risultato desta sorpresa, meraviglia.

La moda di Irving Penn

Durante la lunga carriera di Penn in Vogue, la moda ha costituito una parte essenziale dei suoi incarichi. Negli anni '40, usando fondali di carta bianca e composizioni sorprendenti per enfatizzare la forma, introdusse uno stile conciso nella fotografia di moda che si discostava dagli ambienti ornati che avevano definito il genere del tempo. Oltre alle fotografie fatte in studio dal 1950 al 1995, Penn si recava spesso a Parigi per fotografare le collezioni di alta moda per la rivista. Fino alla fine della sua vita, Penn ha usato lo stesso sipario teatrale trovato per lui a Parigi nel 1950 come sfondo per trasformare una notevole varietà di soggetti in immagini senza tempo. Fin dall'inizio, Penn ha cercato di esprimere la forma scultorea dell'abbigliamento, facendo eco alla pittura, come i quadri di Giovanni Boldini (Philippe Garner, “Centennial”).

I nudi di Irving Penn

Durante i fine settimana e la sera tra il 1949 e il 1950, Penn ha fotografato una serie di nudi. Ha catturato in primo piano modelle opulente e curve corpulente. Le ha stampate usando tecniche sperimentali, sbiancando e riqualificando le stampe fino a quando non hanno assunto una qualità eterea. Con questo progetto, Penn si è avvicinato alla fotografia con principi contrari alla lucentezza richiesta dalle pagine delle riviste. Le donne da lui scelte producevano immagini ben lontane dai canoni estetici dell’epoca, che vedevano fredde modelle ritratte nelle riviste patinate di moda. I nudi di Penn appaiono morbidi, flessuosi. I corpi generosi ricordano l’ideale femminile di Tiziano e di Rubens e ci restituiscono un’idea di carnalità sessuale. Non c’è nulla di scabroso o di volgare nelle immagini di Penn. Al contrario si esalta un dolce stato di purezza.

Fonte: Image Mag n° 1 2020.

La fotografia. Cecil Beaton, Irving Penn visiona i negativi, Londra 1950.

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