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[BERENGO, 90+1. AUGURI]

90+1, ma non bastano: vogliamo vedere ancora, “ascoltare” quel racconto che ci nasce dentro quando osserviamo le fotografie di Gianni Berengo Gardin. Il nostro è un desiderio (forse egoistico), ma anche una necessità; del resto sappiamo che il suo motore è sempre acceso, per una “penna” avvezza alla scrittura del racconto: quello che ci riguarda da vicino. Sì, il fotografo ligure (o veneziano?) avvicina la nostra vita alla storia che la contiene.

Auguri Berengo, facci vedere ancora.

Obbedirà Berengo Gardin? Esaudirà la nostra richiesta? Vogliamo sperarlo, e allora per noi continuerà a raccontare la propria storia, attraverso le fotografie; e pure quella di tutti. Sarà una narrazione all’interno di un’altra. E qui nasce una riflessione: è giusto parlare solo di uno sguardo a ritroso? E’ corretto rivolgersi al passato per “coniugare” il linguaggio fotografico del Maestro? E’ vero, lui è un narratore, attento alla vita di tutti i giorni; e ha immortalato la storia d'Italia, in oltre un milione di scatti. La sua fotografia, però, è intima, poliedrica, vicina all’uomo; e nasce dalla passione per le strade, per la gente qualunque incontrata per caso. In ogni foto, ciascuno di noi potrà ritrovare se stesso, oggi; pur dando vita ai propri ricordi. Ecco, il mondo di Berengo ci diventerà subito familiare: sin dalla pelle; forse perché concreto (anche) e vero, reale, eticamente corretto.

Perché allora non pensare all’oggi? Perché non attribuire al Maestro il valore di uno scatto odierno, coerente, fedele a se stesso? Non è con occhi nostalgici che dovremo avvicinarci al dialogo con lui, bensì con lo sguardo consapevole di chi crede nella fotografia e nel suo linguaggio libero.

Alla fine? Ci sentiremo più ricchi. Dopo aver visto le fotografie di Berengo, comprenderemo ancora di più di essere cittadini del mondo. Sarà il suo racconto ad accomunarci tutti, perché ognuno di noi potrà ritrovarsi nei suoi scatti: magari nel proprio tempo e nel luogo che gli appartiene. Ci verrà in aiuto la fotografia del Maestro, vicina, nel suo fruire, al divenire stesso della vita.

Gianni Berengo Gardin, la vita

Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure il 10 ottobre 1930 e inizia a occuparsi di fotografia dal 1954.

Trascorre l’infanzia in Liguria, poi si trasferisce a Roma. Dopo un lungo periodo a Venezia, mette le radici a Milano, dove comincia la sua professione di fotografo. Collabora con numerose riviste tra cui Il Mondo di Mario Pannunzio e le maggiori testate giornalistiche italiane e straniere, come Epoca e Time. Si dedica in special modo alla realizzazione di libri fotografici: pubblica oltre 250 volumi, dai quali emerge soprattutto il suo interesse per l’indagine sociale. Dal 1966 al 1983, in collaborazione con il Touring Club, pubblica una serie di volumi dedicati all’Italia e ai Paesi europei.

Lavora assiduamente con grandi industrie, tra le quali l’Olivetti, per reportage e monografie aziendali. Nel 1979 inizia la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici.

Nella sua carriera ha esposto in oltre trecento mostre personali, in Italia e all’estero, tra cui le grandi antologiche di Arles (1987), Milano (1990), Losanna (1991), Parigi (1990),New York e alla Leica Gallery (1999); tra le ultime, alla Städtische Galerie di Iserlohn nel 2000, al Museo Civico di Padova e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001, alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi, alla Fondazione Forma per la Fotografia nel 2005, alla Casa dei Tre Oci di Venezia nel 2012 e a Palazzo Reale a Milano nel 2013.

Nel 1972 la rivista Modern Photography lo inserisce nella lista dei 32 maggiori fotografi al mondo. Nel 2003 è presente tra gli ottanta fotografi scelti da Cartier-Bresson per la mostra “Les choix d’Henri Cartier-Bresson”.

Nel 2013 la Leica Wetzlar lo invita a esporre nella mostra “Eyes Wide Open! One Hundred Years of Leica Photography”.

Nel 2014 e nel 2015, con il Fondo Ambiente Italiano, ha esposto a Milano (Villa Necchi) e a Venezia (Negozio Olivetti) le sue immagini sulle grandi navi a Venezia.

Oltre ai numerosi premi, nel 2008, quale riconoscimento alla carriera, gli viene assegnato il Lucie Award e nel 2009 la laurea honoris causa in Storia e critica dell’arte presso l’Università di Milano. Nel 2012 la città di Milano gli assegna l’Ambrogino d’Oro.

Nel 2015, a Roma, gli viene conferito il titolo di Architetto Onorario dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Le fotografie:

Gianni Berengo Gardin: “Pausa di lavoro” del 1987,

Gianni Berengo Gardin, Gran Bretagna 1977.

Gianni Berengo Gardin, 10 ottobre 1930

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