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SABINE WEISS

Editore: ‎ Coédition La Martinière/Jeu de Paume

Ultima rappresentante della scuola umanista, incarnata da Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat e Brassaï, Sabine Weiss occupa un posto unico nella fotografia francese. Per quasi sessant'anni ha esplorato un'ampia varietà di campi, dal reportage alla ritrattistica, dalla moda alla pubblicità, insieme a saggi più personali.

Durante le sue numerose peregrinazioni, ha lavorato per la stampa illustrata francese e internazionale, con un'innegabile passione e un'insaziabile curiosità. La fotografa svela qui per la prima volta i suoi archivi, che contengono documenti d'epoca e alcune fotografie inedite raccolte nel corso di una prolifica carriera. Omaggio a una figura indipendente e vivace, sensibile all'essere umano e alla sua quotidianità, quest'opera svela le mille sfaccettature di questo tesoro fotografico. Sabine è stata una donna fortemente motivata e anche desiderosa d’indipendenza. Emerge poi, dalle sue stesse parole, un’intimità profonda, quasi un desiderio di riservatezza; e forse è per questo che l’intero corpus del suo lavoro a oggi sia ancora sconosciuto ai più. Lei stessa, riferendosi alla fotografie scattate, ebbe modo di dire: “Erano il mio giardino segreto, il mio nido spirituale; uovo che ho tenuto in serbo, mia memoria personale e intima”.



bio

Sabine Weiss nasce il 23 luglio 1924 a Saint-Gingolph, in Svizzera. A soli diciotto anni, in un periodo nel quale fare la fotografa non era una professione comune, soprattutto per una donna, si è armata di coraggio, andando in bicicletta a Ginevra; questo per perseguire la propria passione. Nella capitale, ha lavorato come apprendista fino al 1945, e subito dopo ha aperto uno studio tutto suo. Non finisce qui, dopo la guerra Weiss si è trasferita a Parigi per assistere Willy Maywald, il famoso fotografo di moda tedesco. Lì ha incontrato il suo futuro marito, il pittore americano Hugh Weiss, e ha iniziato a indagare - in profondità - la vita quotidiana della classe operaia parigina. Durante i suoi primi anni a Parigi, ha lavorato principalmente come free lance, ma nel 1952 è stata assunta da Vogue come fotoreporter e fotografa di moda. Sempre all'epoca, Robert Doisneau scoprì il suo talento e le chiese di unirsi all'agenzia fotografica di orientamento umanista Rapho, dandole l'opportunità di lavorare e viaggiare per molte altre pubblicazioni, come Time, Life, Newsweek e Paris-Match. Della sua riservatezza abbiamo già detto, sta di fatto che la sua prima e ultima mostra personale negli Stati Uniti si svolse all'Art Institute di Chicago, ma solo nel 1954; peraltro in un periodo nel quale la scuola di fotografia umanista francese era molto popolare. Una retrospettiva parigina datata 2016 ha portato alla luce la produzione di Sabine Weiss, definita a qual punto come l'ultima rappresentante della Scuola umanista francese, al fianco di artisti del calibro di Robert Doisneau e Willy Ronis. A oggi rimane la sua Parigi tenera e giocosa, ricca di umanità: quella degli anni ’50, per intenderci; nella quale ogni tanto è piacevole immergersi anche solo per cogliere, col sorriso, istanti di serenità vera.

Sabine Weiss muore a Parigi il 28 dicembre 2021


SABINE WEISS

Editore: ‎ Coédition La Martinière/Jeu de Paume; Edizione bilingue, francese - inglese (23 giugno 2016)

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