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[TOM CRUISE, AUGURI]

Tom Cruise nasce il 3 Luglio 1962 a Syracuse (NY). Bello da fare invidia, in gioventù non se la passa benissimo. Il lavoro del padre (molto severo, peraltro) lo costringe a continui spostamenti, tra USA e Canada. Pare soffrisse anche di dislessia, il che ha inciso negativamente sui suoi studi. Di certo è sempre stato un ottimo atleta, al punto che avrebbe voluto dedicarsi al wrestling, questo quando ancora non conosceva il suo talento recitativo.

[UNA FIAT 126 PER TOM HANKS]

Per una volta ci occupiamo di una curiosità, senza fotografie d’autore. Il 22 settembre 2000 esce definitivamente di produzione la Fiat 126, ma la sua storia non finisce lì. Innanzitutto, ci sono ancora in giro numerosi esemplari; e poi un attore di fama mondiale (Tom Hanks) l’ha fatta entrare nel suo parco auto. Lui adora la piccola vettura. Tom Hanks, assieme a Meryl Streep, è stato ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, se ricordiamo bene nel 2018. Il conduttore ligure ha concesso in omaggio all’attore americano un modellino in scala, rosso fiammante, della piccola Fiat. Un motivo c’è.

Irving Penn

E’ difficile “conoscere meglio” Irving Penn, perché non è facile afferrarne lo stile, lo sguardo fotografico, lo stesso pensiero. Le sue immagini procurano piacere, stupore, meraviglia; forse anche commozione; ma non si riesce ad andare oltre, se non descrivendo ciò che si vede. Chi era Irving Penn...Lui è conosciuto per le sue fotografie di moda, ritratto e still life, che hanno condizionato il modo d’intendere lo stile nel tempo che gli appartiene.

Toni Thorimbert

C’era un ragazzo che come me....

È una storia di periferia, quella di Toni Thorimbert, il professionista della settimana. Già ci immaginiamo i palazzoni, i prati spelacchiati, i bambini (tanti) evitati dal benessere e messi alla prova dalla terra di confine. “C’era un ragazzo, che come me” diventa quindi un ritornello di molti, per coloro cioè che lo hanno incontrato nelle giornate vuote di fuori città: tra bande, ragazze, bar, pericoli. Eppure ci piace pensare che quegli anni abbiano formato, soprattutto fotograficamente, lo sguardo di Thorimbert e che lui stesso sia riuscito a completare l’inquadratura della periferia con tutto ciò che mancava.