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Arnold Newman

Arnold Newman può essere considerato, a buon diritto, il più grande ritrattista di artisti e personalità della seconda metà del ‘900. Ha fotografato molti dei più importanti esponenti del XX secolo nell’arte, nella letteratura, nel cinema, nella musica, nella politica americana e internazionale, scrivendo la storia con la sua macchina fotografica.

Il suo ritratto più celebre, scattato a New York nel 1946, è quello del compositore e direttore d’orchestra Igor Stravinsky. Il musicista, seduto, nell’angolo sinistro inferiore della fotografia, occupa uno spazio limitato rispetto al grande coperchio di un pianoforte a coda. Ne risulta una composizione musicale (la vedremo dopo), dove il compositore è trattato alla stregua di un “dettaglio” di un grande spazio. Come dire: i rapporti tra soggetto e contesto si sovvertono, ma l’immagine acquista un’incredibile forza visiva. Newman di fatto ha “inventato” il “ritratto ambientato”, un approccio al soggetto nel quale il contorno risulta essere essenziale: l’artista nel suo studio; il politico nel suo ufficio o davanti a un edificio governativo; lo scienziato nel suo laboratorio. “Le persone esistono nello spazio”, dice Arnold Newman, che unifica il ritratto di studio alla foto documentaria, già appartenenti alla tradizione della fotografia americana.

Bob Krieger

La casa è elegante, raffinata. Bob Krieger ci accoglie con gentilezza e disponibilità. Volgiamo lo sguardo intorno a noi, anche un po’ stupiti. Le opere del fotografo campeggiano ovunque, comprese quelle fatte rivivere con la rinnovata espressività della manipolazione. Il dialogo inizia e prosegue in armonia, mosso da una coerenza di fondo. Non ama parlare di sé, Bob, preferisce ascoltare, interagire, comprendere. Si definisce curioso, e non stentiamo a crederlo, soprattutto quando ci racconta le immagini che vediamo.

Malena Mazza

UNA FANTASIA EMANCIPATA Altro non sappiamo dire, mentre iniziamo a scrivere, se non ripeterci il titolo. Abbiamo guardato a lungo le immagini che la fotografa ci ha dedicato, senza riconoscere dei codici di lettura attuali e quindi scontati. I luoghi comuni non esistono, e occorre impegno: anche solo per guardare.