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[NASCE IL 45 GIRI]

Il 10 gennaio 1949 la RCA presenta il 45 giri. Fino a quel momento si era tenuta una lotta serrata tra due giganti della musica “in vendita”: la Columbia Records e la RCA appunto. La prima pareva in vantaggio, perché a giugno del 1948 aveva lanciato il rivoluzionario 33 giri, per soppiantare il vecchio e obsoleto 78: era in vinile, più resistente del suo predecessore, e garantiva 45 minuti totali di ascolto. La risposta arrivò qualche mese dopo, con un’invenzione geniale: 78 meno 33 faceva appunto 45; e la musica diventò subito più distribuibile e adatta a tutte le tasche.

Sono in pochi a ricordare ancora quei dischetti neri, piccoli e fragili (col buco in mezzo) che giravano per le mani dei padri fino a qualche anno fa. Ormai totalmente dimenticati, sono diventati una rarità (forse) o un cimelio buono per i nostalgici.
Il 45 giri, però, rimane il simbolo di un periodo: quello della “musica di plastica”, quella leggera, fatta di canzoni veloci usa e getta,
di un successo per l’estate.

Pratico ed economico, come dicevamo il 45 giri nasce nel 1949 e si affianca al
 78 giri, più “classico” e colto. Le cose cambieranno a breve: nel 1954, infatti, si venderanno più
45 giri che 78. Per finire, non
va dimenticato che i juke-box
non erano altro che macchinari
di musica “alimentati” a 45 giri. Finiti quest’ultimi, sono spariti anche i gloriosi juke-box, con tutta la carica di socialità che sapevano esprimere.

Due cose ancora
 sui “dischetti”. Generalmente prevedevano due brani: uno importante e famoso (lato A), l’altro meno conosciuto (Lato B). Sembra sia nato da lì il modo di chiamare le zone basse della schiena delle modelle. Con i 45 giri si apre l’era della massificazione della musica, la quale si fa accompagnare anche dalle immagini. Nelle cover compaiono le foto dei cantanti, spesso d’autore, che poi campeggeranno nei più prestigiosi 33 giri. Si ascolta la musica, ma se ne guardano anche gli interpreti.

[Il mangiadischi]

Il 45 giri stimolò le fantasie, così venne inventato il “mangiadischi”, usato appunto per la lettura dei dischi col buco grande in mezzo. Nato negli anni Cinquanta, si diffuse rapidamente. Facile da usare, grazie alla maniglia lo si poteva trasportare ovunque. Il disco veniva introdotto attraverso una fessura praticata nell’involucro esterno; all’interno un meccanismo fissava il disco al piatto, il quale iniziava a ruotare, mentre la puntina si posava lentamente sul supporto di vinile, dando inizio alla riproduzione.

I mangiadischi erano oggetti colorati, alcuni dal design accattivante, come quello dell’Irradio ad esempio. La loro vita fu comunque breve, negli anni ’80 sarebbero arrivati i mangianastri: portatili anche loro e più flessibili all’utilizzo.

[Il fotografo, Robert Freeman]

Robert Freeman nasce a Londra il 5 dicembre 1936. E’ stato etichettato come il fotografo dei Beatles, ma forse se ne sminuisce il valore. Lui ha fotografato altri nomi di spicco della musica e dello spettacolo, tra cui: Charlton Heston, Andy Warhol, Sophia Loren, Muhammad Ali e Penélope Cruz; realizzando poi ritratti memorabili di musicisti jazz come Dizzy Gillespie, Cannonball Adderley e John Coltrane.

E’ vero, Freeman ha prodotto le copertine di alcuni degli album più famosi dei Fab Four (tra cui A Hard Day’s Night e Rubber Soul), ma la sua vivacità intellettuale gli permetteva di esplorare diverse discipline creative. Musicalmente molto competente, Freeman conosceva a fondo “La Classica” (Debussy in testa), il Jazz moderno, la musica di Cuba e quella Latino Americana. Circa la lettura, s’immergeva tra le opere di Goethe e Cervantes.

Da notare che, prima di incontrare i Beatles nel ’63, Freeman aveva lavorato come fotografo per due anni, collaborando al Sunday Times e con altre riviste. A lui si deve il primo calendario Pirelli (pubblicato nel 1964), che gli ha permesso di incontrare la prima moglie, la modella di origine tedesca Sonny Drane.

Col tempo il fotografo inglese è diventato amico e confidente dei Beatles. Ha viaggiato con loro lungo il tour negli USA, producendo poi e copertine di A Hard Day’s Night, Beatles For Sale, Help! e Rubber Soul.

Freeman è nato a West Wickham. Ha frequentato l'Ardingly College nel Sussex, quindi è andato al Clare College, Cambridge, per studiare le lingue moderne. Ha curato la rivista universitaria, sulla quale sono state pubblicate alcune delle sue prime fotografie in bianco e nero. Sempre in gioventù ha anche perseguito il suo interesse per l'architettura.

Non dimentichiamo che Freeman si è occupato a fondo di regia cinematografica, con all’attivo alcuni film; tra questi Secret World, con Jacqueline Bisset. Entrato in pubblicità, ha realizzato film per molti clienti prestigiosi, tra i quali: Heineken, Cartier, Mercedes e Cathay Pacific. Robert Grahame Freeman, fotografo e regista, muore il 6 novembre 2019 a seguito di una polmonite.

[Il fotografo, Herb Ritts]

Herbert Ritts Jr. nasce il 13 agosto 1952 a Los Angeles, in California. La sua famiglia è agiata e possono permettersi una villa vicino a quella di Steve McQueen. Ha iniziato la sua carriera fotografica alla fine degli anni '70 e si è guadagnato la reputazione di maestro dell'arte e della fotografia commerciale. Oltre a produrre ritratti e moda editoriale per Vogue, Vanity Fair, Interview e Rolling Stone, Ritts ha anche creato campagne pubblicitarie di successo per Calvin Klein, Chanel, Donna Karan, Gap, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Giorgio Armani, Levi's, Pirelli, Polo Ralph Lauren e Valentino, tra gli altri. A partire dal 1988 ha diretto numerosi video musicali e spot pubblicitari pluripremiati. La sua fotografia d'arte è stata oggetto di mostre in tutto il mondo, con opere che risiedono in molte importanti collezioni pubbliche e private.

Nella sua vita e nel suo lavoro, Herb Ritts è stato attratto da linee pulite e forme forti. Questa semplicità grafica ha permesso alle sue immagini di essere lette e sentite istantaneamente. Con i suoi lavori è riuscito nel tempo a cogliere e a rendere delle vere icone per i fan diverse star. Ritts prediligeva il B&W e la luce naturale, con la quale esaltava le curve del corpo. Il suo stile s’ispirava soprattutto alla bellezza classica, tinta però di glamour. Grazie a lui l'estetica maschile perde i canoni virili degli anni precedenti, assumendo toni erotici e ambigui.

Gli scatti celebri

A Ritts si deve la fotografia iconica di un Richard Gere giovane (i due erano amici). Per Madonna ha firmato la copertina del disco "True Blue" (1986); e proprio in quell’immagine mette in mostra il suo stile sempre alla ricerca di una naturalezza che vive tra equilibrio ed eleganza. Ritts è stato fotografo di scena in due film di successo degli anni Ottanta: "Flashdance" (1983) e "Cercasi Susan disperatamente" (1985). Per due volte la Pirelli gli commissiona il suo prestigiosissimo calendario: nel 1993 e nel 1998.

Un decesso prematuro Herb Ritts si spegne nella sua Los Angeles quando è al culmine della carriera, a soli 50 anni, il 26 dicembre 2012. Le cause della morte sono legate a complicazioni derivate da una polmonite, conseguenza dell'AIDS all'inizio del 1989. Si spegne così uno dei grandi fotografi del ‘900: una leggenda nella fotografia come lo sono quelle star che lui ha contribuito a creare, con equilibrio ed eleganza.

[Le fotografie]

The Beatles - All My Loving - Parlophone - 1963 - Robert Freeman

Madonna, Papa don't preach - Sire, 1986 - Herb Ritts

Herb Ritts, RCA, 10 gennaio 1949, 45 giri, 48 giri, Robert Freeman

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