
[MOANA, LA DIVA NATA DAL PORNO]
Moana Pozzi è la pornostar più famosa di tutti i tempi, che grazie alla sua classe e alla propria intelligenza è riuscita a diventare una donna da ammirare. Non le è mancato il coraggio, che ha messo in mostra la sua spregiudicatezza intellettuale. Forse non è riuscita a coniare un nuovo simbolo femminile: non per incapacità, ma perché non ce n’era bisogno. Moana era fuggita dalle costrizioni dei luoghi comuni, portando avanti una rivoluzione tutta propria. Ha così suggerito una via che non doveva diventare per forza metodo, quasi a dire: che ogni donna compia la propria sommossa. Del resto, di scossoni se ne sente il bisogno, anche in altri ambiti: di quelli buoni, però, che non fanno male; ma capaci di cambiare le cose.
Moana Pozzi nasce il 27 aprile 1961 a Genova, da una famiglia di stampo cattolico (il padre ingegnere, la madre una semplice casalinga). In gioventù studia presso un istituto di suore, frequenta il liceo scientifico e si applica per sei anni alla chitarra classica, in conservatorio. A diciotto anni, sente il bisogno di sganciarsi dall'ambiente familiare, per lei troppo chiuso e tradizionale. Partecipa a concorsi di bellezza, posa nuda per pittori e fotografi, trasferendosi poi a Roma, con l’idea di entrare nel mondo del cinema.
I genitori rimangono sotto choc quando scoprono che la figlia gira pellicole erotiche. La loro reazione iniziale è di rottura, arrivando a chiudere ogni rapporto familiare per oltre un anno. Col tempo, la frattura si ricompone; anzi, padre e madre si rivolgeranno alla figlia con aiuti morali e materiali. La scelta di Moana, però, è difficile da digerire, così i genitori continueranno a proporle vie alternative, come ad esempio quella del teatro.
Intanto il nome di Moana Pozzi comincia a farsi largo al di fuori dell’hard. La sua intelligenza le permette di far fronte alle apparizioni televisive, dove aggiunge un po’ di “proibito” a canovacci troppo generalisti. Nel 1981 lavora a Raidue in una trasmissione per ragazzi, mentre un paio di anni dopo recita, come comparsa, in "Borotalco" di Carlo Verdone; e addirittura in "Ginger e Fred" (1985) di Federico Fellini.
Nel 1987 conduce insieme a Fabio Fazio "Jeans 2" su Raitre, programma pomeridiano per ragazzi; ma Moana Pozzi è costretta al ritiro. Dopo pochi mesi, lavora nella trasmissione "Matrjoska", in onda su Italia 1. In una puntata Moana compare completamente nuda: le polemiche fanno ancora il loro effetto e la trasmissione viene sospesa. Gli autori cambiano allora il titolo del programma in "Araba fenice". Moana è la valletta nuda, che diventa un personaggio nazionalpopolare, oggetto dei dibattiti più accesi tra gli intellettuali del tempo. Lei è bella, ma ha anche classe, il che elimina la volgarità. Agli occhi di tutti diventa la donna ideale, perché animata da contrasti forti: dolcezza e attenzione, ma anche decisione e forza. Un mix esplosivo.
Nel 1991, esce un libro della pornostar in forma di dizionario. Dentro c’è un po’ di tutto: pensieri, gusti e inclinazioni, ma soprattutto le descrizioni delle relazioni con uomini famosi, con tanto di pagelle sulle loro qualità amatorie. Il libro a tutt'oggi è introvabile.
Nel 1993 lo stilista Karl Lagerfeld la fa sfilare in passerella a Milano. L’ambiente della moda s’infuria, ma lui replica: "Le donne si muovono come Moana, mica come una top model". Sabina Guzzanti ne fa un'imitazione esilarante nella trasmissione "Avanzi". E' un trionfo.
Il 17 settembre 1994 arriva la notizia: Moana Pozzi è morta due giorni prima in una clinica di Lione per un tumore al fegato. Si scatenano le ipotesi più svariate, che coinvolgono anche il marito: Antonio Di Ciesco, ex autista dell’attrice, forse l'unico uomo che è stato capace di tenerla legata a sé. Nella trasmissione “Chi l’ha visto” di febbraio 2006 salta fuori un figlio di Moana, prima considerato un fratello. Due libri, che non citiamo, vorrebbero raccontare la verità, ma alle volte è preferibile il mistero, lasciando trasparire solo i fatti reali. Moana Pozzi ha sdoganato il porno, con le sue capacità. L’hanno aiutata l’intelligenza e la simpatia: questo è un merito che nessuna censura potrà mai cancellarle.
[Le fotografie]
Le fotografie che proponiamo portano la firma di Gianfranco Salis, e lo ringraziamo si da subito. Provengono dalla mostra “Casta Diva”, che abbiamo visitato di persona a Bologna, presso la galleria d’arte Contemporary Concept. Era il febbraio 2010. L’esposizione presentava ventidue fotografie realizzate tra il 1988 e il 1990.
Il comunicato stampa della mostra
Gli scatti, di cui quindici del tutto inediti, immortalano uno dei personaggi italiani più controversi e affascinanti degli ultimi decenni mostrando con raffinatezza e gusto non solo la rara bellezza di una donna ma anche la sua spiccata personalità e il suo carisma.
Esistono migliaia di fotografie di Moana ma ben poche possono attestare l’alto profilo estetico e artistico di quelle realizzate da Gianfranco Salis, celebre ritrattista di soggetti femminili che nel corso degli anni Ottanta ha immortalato alcune delle più belle donne del cinema, della moda e della nobiltà romana tra cui: Margaux Hemingway, Sofia Loren, Laura Morante – fotografata per la prima campagna pubblicitaria di profumi femminili Armani – Anna Galiena e molte altre.
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Il primo incontro (di Salis) con Moana Pozzi avviene nel 1988 su espressa richiesta dell’attrice. In questo periodo il fotografo, conclusa la lunga serie di ritratti a tre quarti che lo ha reso famoso, decide di dedicarsi allo studio della figura intera, del corpo nella sua totalità, e da questo studio nascono le tre serie su Moana esposte per la prima volta in esclusiva presso Contemporary Concept, galleria bolognese che si distingue per innovazione e qualità delle proprie produzioni.
Il secondo incontro risale al 1989 quando Moana chiede al fotografo di ritrarla in uno splendido vestito da sera rosso, da lei particolarmente amato. L’ultimo shooting è del 1990, pochi anni prima della prematura morte della donna.
pColpito dalla bellezza e dall’eleganza di Moana, dal suo fascino fuori dal tempo, Salis contravviene alla propria abitudine di non fotografare mai lo stesso soggetto più di una volta e realizza oltre trecentocinquanta scatti.[Gianfranco Salis, note biografiche]
Gianfranco Salis, romano, intraprende presto la strada della fotografia sotto lo stimolo di Tazio Secchiaroli. Non ancora ventenne è fotografo al Festival dei due mondi di Spoleto, ritraendo artisti come M. Ceroli, William De Kooning, e l'Orlando Furioso di Luca Ronconi.
pDai primi anni '70 inizia a lavorare come fotografo di scena, collaborando con registi come Squitieri, Monicelli, Ferreri, Loy, Scola, Risi, Zeffirelli. Dal 1978 è fotografo di fiducia di Tinto Brass. Parallelamente al cinema, inizia a metà degli anni '80 una serie di ritratti femminili, grazie ai quali Giorgio Armani gli affida il compito di fotografare Laura Morante per il lancio mondiale del suo primo profumo femminile. Nel 1987 ha posto la sua attenzione sui personaggi Ilona Staller e Moana Pozzi, che si erano imposte all'attenzione dei media.Nel 1988, unico europeo nella sezione ritratto, vince con l'immagine di Marisa Berenson il The professional photographer's showcase all'Epcot Center di Orlando, USA. Ha al suo attivo, numerose mostre in Italia e all'estero.
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