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[FRANK CAPRA, L’OTTIMISMO AL CINEMA]

Frank Capra è stato definito spesso un regista ottimista, a volte in una visione negativa. Le sue storie vivono per un buon tre quarti tra disavventure, disagi e drammi personali, per poi cambiare repentinamente rotta. Ne esce una retorica della vita, spesso condannata dalla critica, che però è messa in scena con perizia e mestiere. La sterzata verso il “lieto fine” avviene con piani sequenza prima accennati, poi travolgenti. Sono nate così inquadrature indimenticabili, che però vanno inserite nel contesto storico: la grave crisi economica e le tensioni pre-belliche. Il sogno americano non fa parte del menù: quello Frank l’ha vissuto di persona, partendo giovanissimo dalla sua Sicilia (la vi è tornato in visita nel 1977), e rendendosene conto ormai in tarda età.

[Le fotografie]

Frank Capra sulla sedia. Ph. Alfredo Valente

George Hoyningen-Huene fotografa Frank Capra, 1930.

[Frank Capra, la vita]

Frank Capra, il cui nome originario era Francesco Rosario Capra, nasce il 18 maggio 1897 a Bisacquino, in provincia di Palermo. A sei anni emigra con la famiglia in California, a Los Angeles, dove a 25 anni dirige un cortometraggio, il suo esordio nel mondo del cinema./p

Alla fine degli anni Venti Frank dirige "Per l'amore di Mike" e gira sette film tra il 1927 e il 1928 in tempi rapidissimi (due settimane per la sceneggiatura, due per le riprese e due per il montaggio).

Arriva il sonoro, che Frank sperimenta in "La nuova generazione", con parti mute alternate ad altre registrate in presa diretta. Il suo primo film totalmente sonoro è "L'affare Donovan", una detective story del 1929. Inizia poi la collaborazione con con Barbara Stanwyck, già diretta in "Femmine di lusso": con lei gira "La donna del miracolo", "Proibito" e "L'amaro tè del generale Yen".

Nel 1933, con "Signora per un giorno" ottiene una candidatura agli Oscar per la migliore regia. La statuetta arriverà con "Accadde una notte", film premiato per la migliore regia, ma anche per il miglior film, la migliore attrice protagonista, il migliore attore protagonista e la migliore sceneggiatura.

Frank Capra tra il 1936 e il 1941 conquista trentuno candidature e sei premi Oscar con cinque film. Con l'arrivo della Seconda Guerra Mondiale si arruola nell'esercito americano, coordinando la propaganda bellica. Al termine del conflitto, il mondo è cambiato, e Frank Capra - dopo "La vita è meravigliosa", del 1946 - va incontro a un declino creativo. Si dedicherà alla Televisione, terminando la sua carriera a soli sessant’anni.

Frank Capra muore il 3 settembre 1991.

Le biografie spesso dimenticano “Angeli con la pistola” (1961), diretto da Capra quando la carriera era già in declino. La pellicola va osservata con cura, perché al suo interno vivono tutti gli stilemi che hanno reso famoso il regista italo americano. Troviamo un dramma individuale, uno sguardo su differenti ceti sociali, l’incontro, seppure comico, con la malavita. Al finale partecipano tutti: ricchi e poveri, malavitosi e politici, per una fiaba dal gusto agrodolce. Sì perché, al di là dell’happy ending, tutto tornerà come prima, e in pochi vivranno felici e contenti. Siamo negli anni ’60, ma le scene sono gestite come trent’anni prima: nelle modalità e nei tempi. I dialoghi si svolgono in inquadrature aperte, con pochi ricorsi al campo e contro-campo. I tagli del montaggio non sono veloci, come il momento storico richiederebbe, ma la visione è gradevole: una sorta di “lentezza ritrovata” che, in un dopo cena, di certo non farà male.

[Il fotografo Alfredo Valente]

Cantante, pittore, fotografo, collezionista d'arte, mercante, amministratore culturale, Alfredo Valente (1899-1973) è stato tra i più colti artisti fotografici che hanno fatto la cronaca di Broadway. Nato in Calabria, formatosi come fine artista e anche come cantante lirico, arrivò negli Stati Uniti nel 1927. Per diversi anni cantò in pubblico, carriera culminata in una non troppo fortunata interpretazione di "Aida" nel 1930.

La carriera di Valente come artista visivo è andata meglio. Nel 1931 diventa fotografo del Group Theatre. Nel marzo 1933 pubblicava regolarmente su riviste e giornali. Negli anni '30 Valente ha lavorato per Stage, allora il principale mensile di cronaca di Broadway.

Nel corso della sua carriera, è stato intimamente connesso con la comunità pittorica di New York. Nel 1952 espone alla New School ventotto ritratti di pittori di New York che accompagnano i propri autoritratti. Ha investito i profitti della sua attività di ritrattistica in dipinti. Valente chiuse il suo studio fotografico e fondò la Galleria Alfredo Valente al 119 W. 57th Street a Manhattan. Il suo ultimo successo come fotografo teatrale si è verificato quando negli anni '60 con la rivista Show.

[Il fotografo George Hoyningen-Huene]

George Hoyningen-Huene era un fotografo di moda russo-americano, noto per i suoi eleganti lavori in bianco e nero. Nato barone George Hoyningen-Huene il 4 settembre 1900 a San Pietroburgo, Russia, suo padre era un nobile baltico e sua madre figlia di un diplomatico americano. Durante la rivoluzione russa, Hoyningen-Huene e la sua famiglia fuggirono a Londra prima di stabilirsi a Parigi, dopo la prima guerra mondiale. Nel 1925, il giovane artista si stava facendo strada come fotografo per Vogue francese, dove incontrò l’autore tedesco Horst P. Horst. Un decennio dopo, Hoyningen-Huene si trasferì a New York e lì firmò un contratto in esclusiva con Harper's Bazaar. Negli anni che seguirono, il fotografo si trasferì a Los Angeles per lavorare nell'industria cinematografica come consulente del colore e ritrattista di celebrità. Hoyingen-Huene morì il 12 settembre 1968 a Los Angeles, CA. Oggi le sue fotografie sono conservate nelle collezioni del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, del Metropolitan Museum of Art di New York e del Museum of Fine Arts di Boston.

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