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COME I TRENI A VAPORE

Siamo a Cremona, nel teatro Amilcare Ponchielli, compositore melodrammatico, famoso per aver composto l’opera “La Gioconda”. E’ il 1993, e Ivano Fossati tiene due concerti il 2 e il 4 marzo, con dei musicisti d’eccezione (da appassionati ricordiamo Armando Corsi alla chitarra). Ne nascono due CD straordinari, “Buontempo” e “Carte da Decifrare”, che contengono l’intero concerto. In una nota Fossati scriverà: «Le registrazioni contenute in questi album non sono state sottoposte a rielaborazioni posteriori, ma sono la fedele testimonianza, nel bene e nel male, di ciò che le nostre forze ci hanno consentito di fronte al pubblico del Teatro Amilcare Ponchielli». Gli arrangiamenti sono raffinati, suggestivi. Ivano Fossati emerge come uno degli autori più colti e completi del panorama musicale di casa nostra.

1993 vuol dire anni “novanta”, un periodo storico di grandi cambiamenti: cadono le frontiere e gli ambienti politici si sovvertono. In Italia impazza l’inchiesta mani pulite. Nonostante tutto, la musica assume toni maggiormente dignitosi; e quella di Fossati, proprio a Cremona, si propone rinnovata, convincente, dalle sonorità inconsuete, che ne esaltano le parole. Già, tutto cambia, ma “quest’inverno passerà”. “Come i treni a vapore, di stazione in stazione, e di porta in porta, e di pioggia in pioggia, e di dolore in dolore, il dolore passerà”. Come i Treni a Vapore, appunto.

Ivano fossati, note biografiche (fonte: sito ufficiale).

Ivano Fossati nasce il 21 settembre 1951 a Genova, città dove continua a vivere fino ai primi anni Ottanta quando decide di trasferirsi, dopo molto viaggiare fra Europa e Stati Uniti, in un piccolo paese dell'entroterra ligure.

La sua passione per la musica si manifesta sin da bambino: a otto anni inizia lo studio del pianoforte, strumento che diventerà fondamentale nella sua vita, nonostante numerosi "tradimenti" consumati con altri strumenti musicali, come le chitarre e il flauto. Dopo qualche esperienza con i gruppi Rock-progressivi, incide il suo primo album nel 1971 ("Dolce acqua") alla guida dei Delirium, con i quali conosce il primo grande successo nel 1972 grazie al brano "Jesahel".

La sua natura irrequieta e il grande amore per la musica lo portano subito a provarsi in altri campi, superando ogni esperienza non appena sia compiuta. Inizia così la sua carriera solista che lo vedrà comunque e sempre continuare le sue collaborazioni in varie forme con musicisti e artisti italiani e stranieri.

Dal 1971 al 2003 Fossati ha pubblicato 21 album, manifestando un interesse per la musica a tutto campo che lo spinge a percorrere molte delle strade possibili. Risale agli inizi degli anni Settanta la sua prima musica per il teatro (Emanuele Luzzati, Teatro della Tosse), attività che non si è quasi mai interrotta e che ha visto come ultimo lavoro - in collaborazione col Teatro Stabile di Parma - "Alice allo Specchio" di Lewis Carroll. Ha scritto musiche per i film di Carlo Mazzacurati ("Il Toro", "L'estate di Davide", “La lingua del Santo” e “A cavallo della tigre”).

Ha collaborato con musicisti italiani e stranieri soprattutto dell’area jazz: Trilok Gurtu, Tony Levin, Enrico Rava, Uña Ramos, Riccardo Tesi, Guy Barker, Nguyen Le e con cantautori come Fabrizio De André, Francesco De Gregori, e il brasiliano Ivan Lins. Ha scritto canzoni per molti grandi nomi della canzone italiana tra i quali Mina, Patty Pravo, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Anna Oxa, Mia Martini, Loredana Bertè, Adriano Celentano e moltissimi altri. Ha tradotto canzoni di Chico Buarque de Hollanda, Silvio Rodriguez, Djavan, Supertramp.

L'11 maggio 2001 esce l'album strumentale su etichetta Sony Classical e, coerente con il contenuto (e con il suo autore), s’intitola “Not one word”. Nello stesso anno Einaudi pubblica il libro-intervista “Carte da decifrare” nella collana Stile Libero. Nel febbraio 2003 pubblica l’album di Canzoni “Lampo viaggiatore” a cui fanno seguito due tour. Dal secondo, il Tour Acustico, verrà estratto il terzo album dal vivo, pubblicato nel 2004.

Il 26 novembre 2004 viene pubblicato il cd-singolo "Mio fratello che guardi il mondo" i cui ricavati sono interamente devoluti ad Amnesty International. L'associazione aveva premiato nel 2004 Fossati per la canzone "Pane e coraggio", come il brano che più di tutti aveva rappresentato il tema dei diritti umani. Nell'inverno 2005 esce la prima Discografia Illustrata, un approfondimento completo ed esaustivo sull'opera di Fossati. Il 3 febbraio 2006 viene presentato il nuovo album di inediti: "L'Arcangelo", preceduto dal singolo "Cara Democrazia (ritorna a casa che non è tardi)".

Il fotografo Guido Harari, la passione e oltre

Molte volte, in fotografia, sentiamo parlare di passione, ma spesso questa scalda, motiva, induce, esalta; non andando oltre. Per molti resta uno spazio invalicabile tra l’esistere e il percepire, come se il sentimento rappresentasse unicamente uno strumento da utilizzare alla bisogna. Per Guido non è così: lui della passione si nutre, vive, opera. Non a caso, le sue idee vanno oltre, anche al di là dello spazio temporale della sua vita. Ci dice che vorrebbe essere nato prima, per trovarsi “in fase” con gli anni ’60. No, non si tratta di un rimpianto, bensì di un riflesso verso uno sguardo allargato: sempre propenso all’oltre, alla scintilla che illumina l’anima. Per finire, ecco il ritratto: che lui ama sin dal contatto, dall’incontro. Spesso lo chiude con l’inquadratura, perché gli piace esserci, per sentirsi percepito. E allora la forza è tutta lì: tra piccolo e grande, tra dentro e fuori, tra interiore ed esteriore. Lui, Guido, cerca sempre; nutrendosi di passione. Sta a noi cercarlo, magari in un ritratto chiuso: per giunta in B/N. C’è un moto perpetuo nel suo creare, un movimento continuo. Saltiamoci sopra: è meglio.

Guido Harari, note biografiche

Guido Harari nasce al Cairo (Egitto) nel 1952. Nei primi anni Settanta avvia la duplice professione di fotografo e di critico musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico, sino ad allora senza precedenti in Italia. Dagli anni Novanta il suo raggio d'azione contempla anche l'immagine pubblicitaria, il ritratto istituzionale, il reportage a sfondo sociale. Dal 1994 sono membro dell'Agenzia Contrasto. Ha firmato copertine di dischi per Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, Kate Bush, Vinicio Capossela, Paolo Conte, David Crosby, Pino Daniele, Bob Dylan, Ivano Fossati, BB King, Ute Lemper, Ligabue, Gianna Nannini, Michael Nyman, Luciano Pavarotti, PFM, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds e Frank Zappa, fotografato in chiave semiseria per una storica copertina de «L’Uomo Vogue». È stato per vent’anni uno dei fotografi personali di Fabrizio De André. Ha al suo attivo numerose mostre e libri illustrati tra cui Fabrizio De André. E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Strange Angels (2003), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, Mondadori, 2004), Vasco! (Edel, 2006), Wall Of Sound (2007), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (Rizzoli, 2007).

Di lui ha detto Lou Reed: "Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido”. “So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento”. “Le cose che Guido cattura nei suoi ritratti vengono generalmente ignorate dagli altri fotografi”. “Considero Guido un amico, non un semplice fotografo".

Le fotografie

Copertina dell’album “Buontempo”, dal concerto del 1993 a Cremona

Ivano Fossati, Lisbona 1996. Ph. Guido Harari, World of Sound Gallery

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