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Edoardo Bauer

PASSIONE DESERTO

Abbiamo incontrato Edoardo Bauer solo al telefono: anche il Covid ce lo ha imposto. E’ uno dei fotografi trentini che ha partecipato alla mostra organizzata da Giorgio Zorzini (Alla Rotonda). Ci ha accolto una voce calma, pacata, gentile, con la quale è stato piacevole parlare di fotografia (la passione accomuna).

Gabriele Rigon

[LA FOTOGRAFIA, LA PASSIONE, IL SOGNO]

Lo incontriamo spesso, Gabriele Rigon, almeno dove la carovana della fotografia porti con sé contenuti degni di nota. Lui lì è presente, con assiduità; e come un vecchio amico appare all’improvviso, senza clamori: sempre attivo ed entusiasta. Di volta in volta, ci fa vedere i suoi ultimi lavori e noi ne rimaniamo meravigliati, quasi non possa essere possibile che lui, Gabriele, sia in grado di rinnovarsi. Sempre.

Giulio Andreini

IL MONDO COME PIAZZA

Abbiamo conosciuto Giulio Andreini un po’ per caso, tramite amicizie comuni; poi ci siamo frequentati con una certa assiduità, come spesso capita tra coetanei che condividono la medesima passione. Ne abbiamo apprezzato la precisione, l’attenzione per il dettaglio, ma soprattutto il rispetto nei confronti della fotografia. E’ vero, per lui si tratta di una professione; ma crediamo che altro vada ad alimentare la serietà profonda che nutre nei confronti dello scatto. Di mezzo c’è la cultura, lo studio, la preparazione, il tempo. Già, la vita stessa di Giulio è permeata da tante lentezze, che altro non rappresentano se non momenti formativi. Lui, l’aspetto tecnico l’ha affrontato da solo, anche quando era assistente presso un rinomato studio fotografico fiorentino; ma non era lì la chiave di volta. C’era dell’altro da comprendere e fare proprio, anche studiando Lettere Moderne; ed era l’uomo, quello comune, l’individuo che abitava luoghi lontani, differenti, dissimili per quotidianità.

Guido Harari

Guido Harari nel 2011 ha fondato ad Alba, dove risiede, la Wall Of Sound Gallery, la prima galleria fotografica in Italia interamente dedicata alla musica. Noi non ci siamo stati, ma da essa prendiamo spunto per parlare del fotografo di questa Altra Cover, convinti come siamo che solo lui poteva organizzare un’esposizione di immagini a carattere musicale.

Una domanda sorge comunque spontanea: esiste un dualismo tra musica e fotografia? Se sì, quali sono i punti di contatto? Sta di fatto che la realtà, quella di Guido, non è bivalente. Musica e fotografia vivono nello stesso spazio, mescolandosi. La galleria di Alba ne è una testimonianza diretta: divulga non l’im.

Paolo Curto

PAOLO CURTO: MARE, AMORE E FANTASIA.

E’ stato piacevole parlare con Paolo Curto, anche se solo al telefono. Disponibilità a parte (infinita, educata, quasi d’altri tempi), dal dialogo emergevano davanti ai nostri occhi le sue immagini iconiche, quelle che tra gli anni ’70 e ’80 hanno tappezzato le copertine delle principali riviste, comprese quelle di stampo fotografico.

Non ci ha svelato segreti, Paolo; ma crediamo che non potesse nemmeno farlo. Lui ama la fotografia, la pittura e il mare, in un trigono che nel tempo si alimenta da solo. E l’amore, quello vero, non si può spiegare, ma solo dimostrare, rendendolo semmai estremamente contagioso. Così è stato, infatti, con tutte le modelle che si sono trovate di fronte al suo obiettivo: per quell’amore si sono concesse come “dee per caso” di antichi giochi sulla spiaggia.

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Steve Mc-Curry

Oltre lo sguardo” è il titolo della mostra di Steve McCurry, quella esposta a Villa Reale di Monza e che là rimarrà sino al 6 aprile. L’abbiamo visitata al suo debutto, in una cornice architettonica sontuosa, meravigliati da un allestimento e una cura ragguardevoli. Qui di seguito vi è un po’ la cronaca di una sera: quella in compagnia delle immagini di uno dei fotografi più famosi del momento. Nel 2010, l’ultimo rullino di Kodachrome prodotto è stato affidato a lui, con quanto rimaneva delle opportunità di un’era. Si tratta di Steve McCurry, paginasei per molti una pop star, per altri un mito; per tutti uno dei fotografi maggiormente riconoscibili della nostra epoca. La sua ragazza dagli occhi verdi, Sharbat Gula (storica copertina del National Geographic), è entrata nel cuore di tanti, anche di coloro che non s’interessano di fotografia. Del resto, dalle immagini di Steve abbiamo tratto un grande insegnamento, per anni: la bellezza è ovunque. Non c’è nulla al mondo che possa essere immune alla meraviglia: basta solo essere umili, aspettare, accarezzare l’idea estetica per coglierne il significato profondo. È vero. Steve di recente ha detto: “Ho imparato a essere paziente”. E poi: “Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te”. Non è solo una questione di estetica, quindi; ma anche di sentimenti, passioni, persino amore: come quello che Steve ha corrisposto per l’Asia, sin dalla prima volta che si è recato in quei luoghi. Era il 1978, e là ha incontrato culture diverse, terre dai colori abbaglianti, storie e genti, persino un intreccio di religioni: dall’Induismo all’Islamismo, dal Cristianesimo al Sikhismo, fino al Buddismo; posizioni diverse, eppure attigue, disposte a coabitare.