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ADELE YOUNGHUSBAND, NEOZELANDESE.

Adele Younghusband (nata il 3 aprile 1878) è stata fotografa e pittrice, in Nuova Zelanda.

Continua il nostro viaggio nella fotografia al femminile, questa volta con una donna vissuta dall’altra parte del mondo, tra il 1800 e il Novecento. Anche con lei ci accorgiamo come, al di là dell’emancipazione, la vita stessa abbia rappresentato un ostacolo. Per le fotografe non è mai stato facile, anche perché loro raramente hanno ricevuto aiuti dal mondo maschile. Al contrario, tante donne si sono messe di fianco agli uomini fotografi, supportandoli, tipo Gerda Taro o Costance Talbot.

Adele Younghusband era un'artista competente e versatile, abile nel design e nella composizione. A livello pittorico, ha espresso il suo fascino per l'astratto utilizzando una varietà di media, tra cui carboncino, incisioni su linoleum, olio, pastello, penna e inchiostro. Il suo lavoro era altamente soggettivo e spesso raffigurava la vita di tutti i giorni – il suo quartiere, paesaggi, persone al lavoro e nel gioco, fiori – così come temi più ampi, tipo la mitologia Maori, la religione, la pace e la guerra. Era sempre pronta a discutere e spiegare l'arte astratta ed è stata descritta come una pioniera del surrealismo in Nuova Zelanda.

E’ straordinario considerare come per Adele la passione per la fotografia sia nata quando era ancora giovane. Contro il volere dei genitori, voleva imparare. Arrivarono così il ritratto in studio e anche il ritocco, verso il quale profuse molte energie.
Spesso instabile, ma persistente e determinata, Adele Younghusband era una donna gentile che spesso regalava il suo lavoro e aiutava silenziosamente le donne bisognose. La generosità fa parte della fotografia o almeno così dovrebbe essere.

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UCCISO DAL PADRE

Prima di parlare del cantante (Marvin Gaye), e della sua musica, ricordiamo una pubblicità datata 1987, uno spot breve di biscotti integrali, accompagnato dal brano “Sexual Healing” di Marvin Gaye. Nel video troviamo una coppia d’innamorati, ma non si tratta di due esseri umani, bensì di un biscotto e una tazza di thè inglese. Infatti, come dice l’annuncio dello speaker: «Biscotto […] buono e integrale cerca autentico thè inglese per un sano scambio di gusti».
Nel 1988, sempre sulle note di “Sexual Healing” di Marvin Gaye, vengono presentati dei cracker integrali. Come testimonial, una coppia molto affiatata s’incontra di notte, in cucina. Prima arriva lui, che apre il frigorifero; poi, mentre l’uomo (bello da fare invidia e con la sola giacca a coprire le nudità toraciche) inizia a mangiare, arriva la compagna, che indossa la sola camicia, mettendo quindi in mostra le belle gambe (lunghe). La colonna sonora di Marvin Gaye rappresenta la cornice dello spot, esaltandone la sensualità. Non dimentichiamo che nel 1986 era uscito il film 9 settimane e ½, interpretato da Mickey Rourke e Kim Basinger. In una scena, i due (belli anche loro) si scambiano effusioni in cucina, a frigorifero aperto.

Dotato di una gamma vocale eccezionalmente ampia, che comprendeva tre stili vocali distinti - un falsetto penetrante, un tenore di gamma media morbido e un profondo ringhio gospel -, Gaye ha combinato una grande abilità tecnica con una rara individualità musicale. Ribelle per natura, è diventato il produttore di se stesso per What's Going On (1971), il lavoro più significativo della sua carriera. Con una suite di canzoni influenzate dal jazz, in questo concept album dipingeva un paesaggio toccante dei quartieri urbani neri d'America. Gaye dimostrò anche un virtuosismo abbagliante sovra-incidendo la sua stessa voce tre o quattro volte per fornire la sua ricca armonia, una tecnica che avrebbe utilizzato per il resto della sua carriera. What's Going On fu un successo di critica e pubblico; e comprendeva i singoli in vetta alle classifiche: "What's Going On", "Mercy Mercy Me (The Ecology)" e "Inner City Blues (Make Me Wanna Holler)".

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DENISE COLOMB, UMANISTA POETICA

Oggi conosciamo un’altra donna fotografa, che va ad allungare la lista di quelle che abbiamo già incontrato. Lei è Denise Colomb, nata a Parigi il 1° aprile 1902.
Sebbene sia conosciuta soprattutto per i suoi ritratti di celebrità nel mondo dell'arte, realizzati tra il 1959 e il 1960, Denise Colomb ha prodotto anche numerose fotografie durante i suoi viaggi. Affine allo spirito della fotografia umanista del dopoguerra, il suo lavoro può essere collocato nella tradizione francese del realismo poetico, per il quale la composizione dell'immagine è importante quanto l'interesse per la condizione umana.

Rimanendo agli artisti ritratti, Denise attraverso le sue fotografie prive di artificio ha saputo catturare la solitudine dell'artista di fronte alla propria creazione. E’ straordinario, comunque, come lei sia riuscita ad affiancare ai ritratti lavori di viaggio e anche il reportage. Questo indica una vivacità di fondo e anche una curiosità innata.
Tornando alla fotografia umanista, possiamo affermare senza tema di smentite come Denise ne abbia seguito i dettami, persino con coraggio. In lei è facilmente riconoscibile la tendenza a osservare maggiormente il quotidiano, la strada; cercando di catturare, oltre alla scena in sé, anche le emozioni dei protagonisti, da cui il realismo poetico.

Sempre alla ricerca di nuove tecniche per la sua ricerca visiva, ha praticato il fotomontaggio, la sovrapposizione e la solarizzazione, in particolare per i suoi ritratti e nudi femminili.

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JIMI HENDRIX BRUCIA LA CHITARRA

31 marzo 1967. Siamo a Londra, all’Astoria di Finsbury Park, teatro nato come cinema nel 1930, ma che a partire dai primi anni ’60 ospitava anche concerti di musica rock. Jimi Hendrix vive nella capitale britannica da sei mesi. Non è ancora famoso e suona “da spalla” per altri. Quella sera di marzo brucerà la sua prima chitarra, una decisione presa assieme al suo manager per attirare l’attenzione della stampa, andando oltre a quanto già facevano gli Who, che distruggevano lo strumento. L’episodio non conquistò le prime pagine e venne ritenuto un’incidente. Hendrix replicò le fiamme alla sua “sei corde” nel mese di giugno in California, al Monterey International Pop Festival: lì l’effetto fu dirompente.

Il clima vacanziero ci permette di divagare un po’. Parleremo di chitarre, una passione condivisa da chi adesso scrive, pur non essendo un abile musicista. La “sei corde” simbolo di Jimi Hendrix era la Fender Stratocaster, anche se nel corso della sua carriera ha utilizzato modelli di altre marche. Si trattava di una chitarra “destra”, con delle modifiche.

Come già detto in passato, l’inventore della chitarra di Hendrix è stato Leo Fender che, insieme a George Fullerton, sviluppò la prima chitarra elettrica solid-body prodotta in serie, nel 1948, chiamandola Fender Broadcaster (ribattezzata Telecaster nel 1950). Nel 1951 viene presentato il Fender Precision Bass, il primo basso elettrico al mondo, e nel 1954 viene immessa sul mercato la Fender Stratocaster. Più elegante e tecnicamente migliorata rispetto la Telecaster, è stata la prima chitarra a presentare tre pickup elettrici (invece di due) e il braccio tremolo utilizzato per gli effetti vibrato. Il suo suono pulito e nitido gli è valso un fedele seguito tra i chitarristi, rivaleggiato solo dai seguaci della Les Paul di Gibson.
La nascita di quelle Fender ha segnato la rivoluzione degli anni Sessanta. E ancora oggi la Fender, “chitarra rock” per eccellenza, non sfigura se suonata dai musicisti contemporanei.

Poter maneggiare una Stratocaster restituisce una soddisfazione enorme, anche se non si è dei chitarristi provetti. Basta infilare il jack e accendere l’ampli, aggiungere un velo di distorsione, imbracciare lo spallaccio e riconoscerne il suono. Ciò che si sente ha un sapore antico e indimenticabile: quello della storia.

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