- Mosè Franchi
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NASCE LA CHEVROLET CORVETTE C1
30 giugno 1953. La General Motors produce la prima Chevrolet Corvette C1, l'auto sportiva americana più famosa. La GM, gruppo al quale apparteneva il marchio Chevrolet, scopre la necessità di realizzare una vettura sportiva a due posti, diventata poi iconica.
La Corvette C1 ci permette di andare al cinema, per vedere “Cars, motori ruggenti”, un cartone animato dove i personaggi sono delle auto riconoscibili, divertente per questo.
Saetta McQueen (un ibrido tra una Corvette C6 e una C1) è l’esordiente più promettente di tutta la storia della Piston Cup. È bello, forte, veloce e arrogante, dalla vita ha tutto quello che vuole ma, durante il trasferimento verso il circuito dove disputerà la grande finale, si trova accidentalmente bloccato a Radiator Springs, un piccolo paesino di provincia. Lì riuscirà a trovare la vera felicità, l'amore (per una Porsche 911) e forse delle motivazioni diverse per vincere il campionato.
Cars, il film, punta tutto sull’universo delle macchine, poggiando su una trama molto prevedibile. Rimane comunque innegabilmente molto bello il modo in cui vengono antropomorfizzate le automobili, un utilizzo "emozionale" della computer graphic.
La versione italiana può vantare importanti doppiatori non di professione, come il comico Marco Messeri, l'attrice Sabrina Ferilli e diversi personaggi legati al mondo dei motori: i piloti Alex Zanardi, Jarno Trulli, Giancarlo Fisichella ed Emanuele Pirro, il comico Marco Della Noce (noto per il personaggio del meccanico ferrarista Oriano Ferrari), i telecronisti RAI della Formula 1 Gianfranco Mazzoni e Ivan Capelli ed il cronista motociclistico Giovanni Di Pillo.
In tutte le versioni la Ferrari F430 che compare verso la fine del film è stata doppiata da Michael Schumacher.
Luigi: una Fiat 500 gialla, è il gommista di Radiator Springs, proprietario della Casa della gomma (Casa Della Tires), che gestisce insieme a Guido. Amichevole e generoso, Luigi è un grande appassionato di corse automobilistiche, anche se segue esclusivamente le Ferrari. La sua targa è 445-108, numeri che corrispondono alla latitudine e alla longitudine della posizione dello stabilimento Ferrari a Maranello. Nella versione italiana è doppiato da Marco Della Noce con un accento emiliano.
Sontuosa è la colonna sonora. Durante il film si possono ascoltare: Route 66, di Chuck Berry; Life Is A Highway, di Rascal Flatts; Behind The Clouds, di Brad Paisley; e soprattutto Our Town di James Taylor.
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THE PENCIL OF NATURE
29 Giugno 1844. Viene pubblicato il fascicolo “1” del primo “libro fotografico”, The Pencil of Nature, di William Henry Fox Talbot (l’ultimo sarà datato 1846).
Non lo nascondiamo: abbiamo sempre provato una grande simpatia per “il Talbot”. Da autentico padre della fotografia, può essere considerato colui che ha portato il contributo più forte, restituendoci la possibilità di uno scatto, seguito da tutte le stampe possibili.
Ma Fox Talbot era anche uno studioso e già aveva pubblicato molto sulla fotografia (ancora non si chiamava così). La madre glielo ricordava sempre, e anche questo è un dettaglio che lo rende più vicino, umano.
Ricordiamo che Fox Talbot soggiornò sul lago di Como, questo durante un suo viaggio in Italia compiuto nel 1833. Lui ritrasse molti paesaggi con la sua camera oscura, il che gli suscitò l'emozionalità "dell'immutabile bellezza della natura"; sembra sia stato questo ad indurlo alla sperimentazione di quelli che definì poi "disegni fotogenici": riuscire a fissare le affascinanti immagini della camera oscura.
William Henry Fox Talbot nasce l’11 febbraio 1800. Con lui la fotografia riceve un impulso di modernità. Siamo nel 1839. Mentre la febbre della fotografia sta dilagando in Europa, William Henry Fox Talbot continua nei suoi esperimenti tesi ad affinare il procedimento della carta salata. Grazie ad Herschel (lui inventò il termine fotografia) è venuto a conoscenza delle proprietà fissative del tiosolfato e quindi possiede il metodo per arrestare il processo di annerimento dei sali d’argento e rendere definitive e stabili le immagini prodotte sulla carta sensibilizzata.
Il risultato è talmente incoraggiante che Talbot, negli appunti che descrivono minuziosamente i suoi tentativi, dà a questo tipo di carta sensibile il nome di Waterloo Paper, anche se non renderà mai pubblica questa denominazione.
Il significato è molto chiaro se si pensa che il suo “avversario” è francese ed è a Waterloo che dall’inglese Wellington fu sconfitto definitivamente Napoleone e la Francia di Daguerre.
Gli esperimenti comunque continuano e fanno comprendere a Talbot come con l’acido gallico si accelera in maniera decisiva l’apparizione dell’immagine prodotta dalla camera oscura. L’acido si comporta da agente rivelatore, quello che comunemente è chiamato uno sviluppo.
Nel 1842, in virtù della scoperta, riceve la Rumford Medal dalla Royal Society inglese. Era nato il negativo e la possibilità, con uno scatto, di ottenere tante stampe.
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FESTA DEL LAVORO IN USA
Il 28 giugno 1894 la festa del lavoro diventa ufficiale negli USA. Qualche anno dopo la fotografia dei lavoratori sospesi ne è diventata il simbolo.
L’immagine che ci viene proposta dall’annuncio in rete della notizia è “Lunchtime atop a skyscraper” (“Pranzo in cima al grattacielo”) e riprendere la pausa pranzo di un gruppo di undici lavoratori alle prese con la costruzione del grattacielo RCA, principale edificio del Rockefeller Center, oggi proprietà e sede di General Electric. Scattata il 19 settembre 1932, l’immagine comparve un paio di settimane dopo sul New York Herald Tribune, a corredo di un articolo in cui si segnalava la mancanza di corde o altre protezioni.
Abbiamo già incontrato la fotografia in questione nell’estate 2022, in agosto; quando nacque l’autore.
Per anni i ricercatori si divisero: la fotografia fu generalmente accompagnata dalla dicitura “autore sconosciuto”, ma una gran parte di storici della fotografia finì per attribuirla a Lewis Hine, un autore decisamente impegnato sul piano sociale a cui poteva corrispondere il profilo di denuncia di scarsa sicurezza che lo scatto finisce inevitabilmente per accentuare. In aggiunta, Hine risultava al lavoro per un reportage sulla nuova skyline newyorkese proprio nel 1932, e l’associazione apparve quindi ancora più credibile.
La storia di quella fotografia si mescola con l’agenzia che ne mantiene i diritti: nel caso nostro l’Archivio Bettmann, acquisito nel 1995 dalla Corbis. Nel 2003, la Corbis decise di definire in maniera inequivocabile chi fosse l’autore di uno degli scatti più famosi al mondo. All’appello, lanciato sui principali quotidiani americani, risposero ovviamente in tanti. Il caso fu messo nelle mani di un’agenzia privata.
Joyce Ebbets, moglie del defunto Charles Clyde Ebbets, mostrò una fotografia del marito al lavoro come reporter sulle travi dello stesso grattacielo, alcune lastre fotografiche d’immagini contestualizzabili nella stessa sessione di lavoro, e una ricevuta di compenso straordinario del giornale che pubblicò la fotografia, riconoscendo al fotografo una indennità extra per la pericolosità degli scatti.
Dopo più di 70 anni, Charles Clyde Ebbets veniva riconosciuto come l’autore di “Lunchtime atop a skyscraper” (“Pranzo in cima al grattacielo”).