L’ULTIMO MAGGIOLINO
Riprendiamo una notizia pubblicata quattro anni addietro. Si parla di un’auto, simpatica al ricordo, che ha occupato la vita di molti. Vive ancora oggi, ma si tratta di rivisitazioni, che comunque poggiano, esteticamente, su un’idea antica.
Il 30 Luglio 2003, in uno stabilimento del Brasile, dalla catena di montaggio esce l’ultimo Maggiolino, almeno quello relativo alla prima serie. La produzione era iniziata nel 1938.
La macchina, sviluppata da un’idea hitleriana, era nata per essere “del popolo” e doveva presentare alcune peculiarità: affidabilità, bassi consumi, buona capacità di carico e una velocità di almeno 100 km/h.
Il motore era raffreddato ad aria, il che rappresentò un vanto per i costruttori. «L’aria non congela e non bolle», dicevano. Sempre sullo stesso tema una pubblicità dell’epoca recitava: «Non dimenticate di aggiungere l’antigelo alla vostra Volkswagen» facendo chiaro riferimento al serbatoio del liquido lavavetri. Lo stesso slogan continuava: «Perché con l’aria sappiamo come raffreddare il motore, ma non lavare il parabrezza».
Abbiamo pensato a lungo a una fotografia che potesse richiamare il Maggiolino. Letizia Battaglia ne ha ritratta una, con vicino due signore anziane che lavorano a maglia. L’immagine ha una sua forza narrativa, ma non sapevamo se poterla pubblicare. Parleremo comunque (e giustamente) della fotografa palermitana.
Il Maggiolino è diventato un attore del cinema, nella pellicola “Un Maggiolino tutto matto” (1968). Lì l’automobile (Herbie si chiamava) aveva un comportamento particolare: agiva con una volontà propria, provava sentimenti e soprattutto andava forte, molto.
Dopo un inizio felice del primo film, si è proseguito con "Herbie il Maggiolino sempre più matto" nel 1974, "Herbie al rally di Montecarlo" nel 1977, "Herbie sbarca in Messico" nel 1980 e "Herbie il super Maggiolino" nel 2005.